mercoledì 4 marzo 2009

"I musicisti sono animali strani"

foto from Flickr
...diceva la mia prof. di armonia, "animali molto sensibili, non parlargli di soldi, perché potrebbero offendersi, loro non mangiano, non si vestono, vivono della loro arte!" E noi sorridevamo, sì perché non sapevamo.

Non sapevamo quante volte avremmo suonato "per la gloria" (che non è una simpatica ragazza!), quante volte ci avrebbero ripagato delle nostre fatiche con un rinfresco e qualche pizzetta, quante volte neanche quello, solo un grazie ed un paio di complimenti, e a volte trattati anche peggio.

Oggi mi è successo qualcosa del genere, ma non è la prima volta. E mi sono chiesta se la stessa gente avrebbe chiamato l'idraulico e poi invece di pagarlo gli avrebbe offerto il pranzo (di pesce, visto i costi medi), chi si sognerebbe mai di chiedere una consulenza professionale e poi non pagare per il servizio avuto.
Attenzione, perché non è una questione di soldi, ma di dignità, mi spiego meglio. Sono convinta di non poter chiedere i compensi di Uto Ughi ( e infatti il paragone lo faccio con l'idraulico, non con Andres Segovia), ma a qualcuno va spiegato che per suonare quei 20 minuti di musica che mi sono richiesti io ho studiato 10 anni, ho dato esami e preso un diploma. Questo vuol dire che quando mi esibisco metto in campo non solo le mie capacità, che saranno valutate, ma anche la mia professionalità e la mia dignità. Traduco: faccio delle prove, studio, preparo un programma adatto al pubblico che mi ascolta, adatto all'occasione, se serve mi preparo per introdurre quello che suono, ecc...
Insomma, che vi piaccia o no, faccio il mio lavoro, e non vedo perché non dovrei essere pagata per questo, poi come sempre quando ci si rivolge ad un professionista, se il lavoro è malfatto la prossima volta si chiamerà qualcun altro.

Ma purtroppo la prima cosa che sbagliamo è la nostra mentalità. Sì, perché alle prime occasioni che abbiamo di suonare, siamo talmente grati che diamo per scontato molte cose. Ricordo molto bene occasioni per piccoli concerti di cui ero contenta anche solo perché provavo dei pezzi per il diploma, o appena dopo il diploma, per mettermi alla prova su un certo tipo di repertorio, e di chiedere un compenso non hai la minima idea. Perché, pensi, non sono neanche diplomato, o sono appena diplomato, in fondo serviva quasi più a me... Ma l'idea che passa è che la musica non si paga, non hanno costo quegli anni spesi a sudare su quegli spartiti, è vero, ma diventa una scusa troppo comoda. Non ha costo il piacere di una musica da ascoltare nell'intermezzo di una qualche conferenza.
Ed eccolo qui il musicista, animale sensibile, che si trova a suonare per una platea deserta, perché il concerto è stato messo nella stessa data della gita della classe a cui era destinato, ma l'importante è che eseguano il brano e che qualcuno li ascolti, non importa in quanti. E lo stesso musicista aspetta di sapere quando deve suonare e viene poi avvisato che alcuni degli scrittori che interverranno oggi si sono organizzati diversamente e hanno un altro strumentista (non lo diciamo che non si sa neanche con che qualifica, perché poi non è quello il punto), e quindi non sappiamo più come gestire la cosa. E allora che fai?!
Ti alzi e te ne vai, spiegando che non sei tu che hai chiesto di suonare e che non vuoi essere d'intralcio a nessuno, però pensi, pensi che se avessi fatto l'idraulico, almeno ti dovrebbero pagare l'uscita!

8 commenti:

il cuoco ha detto...

IO penso che s etu avessi fatto l'idraulico io avrei speso milioni in bolette dell'acqua per sentire la musica uscire dal rubinetto...
Io faccio il cuoco e mi faccio pagare èer la mia arte e nessuno ne fa un dramma.. E lo stesso deve valere per i musicisti. Ciao

Clode ha detto...

Potrebbe essere un'idea (il rubinetto sonoro), magari le brevetto e facci i miliardi!
:D

Dovrebbe essere così, ma al di fuori di una cerchia abbastanza ristretta e abbastanza aulica, ti assicuro che è molto dura!

Anonimo ha detto...

Carissima, è la cultura che vale sempre meno. Forse voi musicisti soffrite anche di un atteggiamento sociale errato perché la musica sembra più un dono. Ti auguro un 8 marzo musicale

Clode ha detto...

Grazie degli auguri e della visita!

Idefix ha detto...

quando fai un lavoro che ami profondamente all'inizio è sempre così, perchè in fondo ti piace farloe ti basta che ti ascoltino. Poi col passare degli anni le cose cambieranno, continuerai ad amare il tuo lavoro ma saprai pretendere rispetto anche economico. Se così non fosse finiresti per detestarlo.

Clode ha detto...

Lo spero proprio, anche se fatico a pensarlo come un lavoro, e come il mio lavoro per il futuro...

Lieve ha detto...

E' triste ma purtroppo non sei la prima a cui lo sento dire...forse i musicisti dovrebbero associarsi e fare cartello...proprio come i paesi produttori di petrolio ( e anche se non lo ammettono, indubbiamente gli idraulici :P)

Clode ha detto...

@Lieve: Ci credi se ti dico che ti ho vista mentre scrivevi il commento?!?!
;D