sabato 28 marzo 2009

Nella vecchia fattoria....

"Children, oggi ripassiamo gli animal della farm che abbiamo imparato all'inizio dell'anno, ve li ricordate?!"
"Quello che fa Bau Bau?!"
"Dog!"
"E poi? chi se ne ricorda un altro?"
"Cat!"
"Very good! Altri?!"
"Horse!"
"Cow!"
"E poi?! ve ne ricordate altri?!"
"Ad esempio quell'animal della Farm, della fattoria, che ha le orecchie lunghe, è pelosetto e salta!"
"Elephant!"
"..."

(Vanno portati più spesso in campagna questi bambini...)

giovedì 19 marzo 2009

Dell'informazione, o quel che rimane...

Si fa un gran parlare di informazione in questo periodo. In tutti i modi, dileggiandola, dicendo che in Italia non esiste, dicendo che è in mano a pochi, e quant'altro...

Ci pensavo, e mi chiedevo: di quale informazione posso fidarmi?!
Domanda difficile. Da molti autorevoli giornalisti mi viene detto che troppo spesso l'informazione viene manipolata, cioè vengono date le notizie parzialmente, o senza aiutare a riflettere sulle reali conseguenze per noi cittadini, o addirittura alcune notizie non vengono date perché ritenute "scomode". Anche questa è informazione, e sono libera di crederci o meno. Tanto per chiarire, c'è chi sceglie di credere a Fede, e chi a Travaglio. Ora, io posso anche decidere di ritenere Fede, e chi guarda il suo telegiornale persone dallo scarso senso critico e totale mancanza di quello che viene chiamato principio di realtà. Però ovviamente altrettanto succederà a loro nei miei ( e di alcuni altri) confronti. No, non è un simpatico esercizio di logica, ho una vaga idea di dove voglio andare a parare...

A questo punto in questo mare di frasi e loro contrari che si trovano in giro un pensiero sorge nella mente di un cittadino che voglia essere informato: e se mi procurassi da solo le informazioni, le valutassi da me?! certo, è possibile, ma molto dispendioso in termini di tempo. E soprattutto, se il giornalismo, e i giornali sono nati è stato per fornire un servizio (che viene pagato) che sta proprio nell'informare. I giornali nascono nel secolo dell'illuminismo, in cui la ragione illuminava le menti degli uomini (o almeno questo si auspicava), e quale mezzo migliore per fare sì che ogni mente umana si formi la sua opinione a partire dal mero dato oggettivo.

Lo so. I dati oggettivi non ci sono. Il fatto stesso che te li comunichi un altro essere umano non garantisce sull'oggettività, ma penso che siamo tutti in grado di distinguere una notizia data in modo "equidistante" da una che non lo è!

In questa bagarre gigantesca io ho trovato ristoro su quotidiani esteri. Vi interessa qualcosa che è accaduto in medio oriente?! Leggete Robert Fisk, lui sì che è un giornalista, quello che ha scritto lui dopo la condanna di Saddam su Inghilterra e America, non so se qualcuno in Italia avrebbe avuto il coraggio di scriverlo!!

Però purtroppo per sapere qualcosa della politica italiana bisogna aspettare che il presidente del consiglio ne combini una delle sue... e non sono parole lusinghiere quelle che arrivano in quelle occasioni.

Allora che fare?! Perché ad esempio che la riforma della Gelmini è passata, lo hanno detto pochi telegiornali e giornali dedicando davvero uno spazio minimo, che mercoledì c'è stato uno sciopero, che gli stessi ragazzi che qualche mese fa hanno fatto tanto scalpore tornano a muoversi per questi vergognosi tagli, non ce lo sta dicendo quasi nessuno... ed è così per tante altre cose
che fare?


questo non lo so...

mercoledì 4 marzo 2009

"I musicisti sono animali strani"

foto from Flickr
...diceva la mia prof. di armonia, "animali molto sensibili, non parlargli di soldi, perché potrebbero offendersi, loro non mangiano, non si vestono, vivono della loro arte!" E noi sorridevamo, sì perché non sapevamo.

Non sapevamo quante volte avremmo suonato "per la gloria" (che non è una simpatica ragazza!), quante volte ci avrebbero ripagato delle nostre fatiche con un rinfresco e qualche pizzetta, quante volte neanche quello, solo un grazie ed un paio di complimenti, e a volte trattati anche peggio.

Oggi mi è successo qualcosa del genere, ma non è la prima volta. E mi sono chiesta se la stessa gente avrebbe chiamato l'idraulico e poi invece di pagarlo gli avrebbe offerto il pranzo (di pesce, visto i costi medi), chi si sognerebbe mai di chiedere una consulenza professionale e poi non pagare per il servizio avuto.
Attenzione, perché non è una questione di soldi, ma di dignità, mi spiego meglio. Sono convinta di non poter chiedere i compensi di Uto Ughi ( e infatti il paragone lo faccio con l'idraulico, non con Andres Segovia), ma a qualcuno va spiegato che per suonare quei 20 minuti di musica che mi sono richiesti io ho studiato 10 anni, ho dato esami e preso un diploma. Questo vuol dire che quando mi esibisco metto in campo non solo le mie capacità, che saranno valutate, ma anche la mia professionalità e la mia dignità. Traduco: faccio delle prove, studio, preparo un programma adatto al pubblico che mi ascolta, adatto all'occasione, se serve mi preparo per introdurre quello che suono, ecc...
Insomma, che vi piaccia o no, faccio il mio lavoro, e non vedo perché non dovrei essere pagata per questo, poi come sempre quando ci si rivolge ad un professionista, se il lavoro è malfatto la prossima volta si chiamerà qualcun altro.

Ma purtroppo la prima cosa che sbagliamo è la nostra mentalità. Sì, perché alle prime occasioni che abbiamo di suonare, siamo talmente grati che diamo per scontato molte cose. Ricordo molto bene occasioni per piccoli concerti di cui ero contenta anche solo perché provavo dei pezzi per il diploma, o appena dopo il diploma, per mettermi alla prova su un certo tipo di repertorio, e di chiedere un compenso non hai la minima idea. Perché, pensi, non sono neanche diplomato, o sono appena diplomato, in fondo serviva quasi più a me... Ma l'idea che passa è che la musica non si paga, non hanno costo quegli anni spesi a sudare su quegli spartiti, è vero, ma diventa una scusa troppo comoda. Non ha costo il piacere di una musica da ascoltare nell'intermezzo di una qualche conferenza.
Ed eccolo qui il musicista, animale sensibile, che si trova a suonare per una platea deserta, perché il concerto è stato messo nella stessa data della gita della classe a cui era destinato, ma l'importante è che eseguano il brano e che qualcuno li ascolti, non importa in quanti. E lo stesso musicista aspetta di sapere quando deve suonare e viene poi avvisato che alcuni degli scrittori che interverranno oggi si sono organizzati diversamente e hanno un altro strumentista (non lo diciamo che non si sa neanche con che qualifica, perché poi non è quello il punto), e quindi non sappiamo più come gestire la cosa. E allora che fai?!
Ti alzi e te ne vai, spiegando che non sei tu che hai chiesto di suonare e che non vuoi essere d'intralcio a nessuno, però pensi, pensi che se avessi fatto l'idraulico, almeno ti dovrebbero pagare l'uscita!

martedì 3 marzo 2009

"Però, ti appassiona 'sta roba!"

Il commento di un amico mi fa pensare che sì, mi piace quello che sto facendo ora, io, che a scegliere faccio sempre così fatica, ho fatto la scelta giusta, una volta tanto... Perché quella cosa lì di scegliere è una cosa difficile, e io l'ho imparato bene, io che di scelte importanti nella mia vita ne ho fatte almeno 3.. almeno, perché poi se magari ci penso ne ho presa anche qualcuna in più. Io, che in questi giorni rimugino su una scelta fatta, e scelte da fare, e che in generale "penso troppo", quella volta ho scelto d'istinto, di pancia, non di testa... e ho scelto bene!